- Chi ha creato la prima pizza? Alla base della cultura alimentare di ogni civiltà, su tutte quelle mediterranee, ci sono focacce composte con farine e acqua con vari condimenti. Per gli egizi era la “pita”: la mangiavano quotidianamente anche come dolce con i datteri e il miele. Furono loro tra i primi a scoprire il segreto della levitazione. Ed è stato in Egitto che 6000 anni fa è nato il primo vero forno: era in argilla a forma di cono e sostituì le pietre roventi utilizzate fino a quel momento per la cottura. Curiosità: gran mangiatori di pita, ma anche grandi bevitori di birra. Gli egizi furono tra i primi a produrla e degustarla: l’abbinamento pizza/birra è nato 4500 anni fa.
- Ma all’inizio era così a Torre del Greco, in provincia di Napoli, i saraceni importarono le pizze di farro che mangiavano solitamente. Il farro fu sostituito con il grano, e condito con olio e aglio. Il pomodoro? È arrivato dopo la scoperta dell’America, infatti le prime pizze rosse risalgono al 700, introdotte con una certa difficoltà dato che in molti erano restii a mangiarlo.
- Cosa mangiano i pescatori? La marinara è la più antica delle pizze rosse: pomodoro, aglio, origano, olio extravergine. Il suo nome non è dovuto al pesce(che non c’è infatti tra gli ingredienti), ma al fatto che era il piatto che i pescatori mangiavano una volta rientrati al porto.
- Qual è stata la prima pizzeria? È l’Antica Pizzeria Port’Alba: nata nel 1738 per rifornire gli ambulanti che andavano in giro per la città, nel 1830 fu la prima a offrire tavoli e sedie per gli avventori. Tra i clienti abituali c’erano Re Ferdinando di Borbone, Francesco Crispi, Benedetto Croce, Gabriele D’Annunzio e molti altri.
- Onore alla margherita Il posto in cui fu preparata la prima margherita attualmente si chiama pizzeria Brandi. Ai tempi era “Pietro e basta”: era il 1830 e il pizzaiolo Raffaele Esposito con sua moglie Maria Giovanna Brandi preparò una pizza in onore della regina Margherita che, di passeggio a Napoli, chiese espressamente di poterne mangiare una dopo averne tanto sentito. Il pizzaiolo ne preparò tre varianti: una con i “cicinielli” (i bianchetti), un’altra con olio, formaggio e basilico, e una terza con i tre colori della bandiera con mozzarella, pomodoro e basilico. Fu la preferita dalla regina, da qui il nome.
- Che sia napoletana! La verace napoletana non si improvvisa: va cucinata in un forno a legna, mai stesa con il mattarello, mai più spessa di un terzo di centimetro al centro e preparata solo con i migliori ingredienti italiani. In merito l’Associazione Verace Pizza Napoletana ha stilato delle regole che devono essere rispettate da tutti gli aderenti.
- La pizza più cara al mondo Si chiama Luigi XIII e ha un prezzo altrettanto “regale”: costa 8300 euro. È una creazione di Renato Viola, pizzaiolo di Agropoli (provincia di Salerno): 20 cm di diametro, servita a domicilio dal pizzaiolo, un sommelier e uno chef con stoviglie da collezione. Impasto lievitato 72 ore, è condita con mozzarella di bufala DOP, sale rosa australiano, pregiatissimo caviale, aragosta, gamberoni e champagne a fiumi.
